Natura o cultura? Il ruolo dell’epigenetica

Uno dei leitmotiv del pensiero occidentale è sempre stato quello del rapporto tra natura e cultura (nature vs nurture). In altre parole, quello che ci si chiedeva era se l’uomo fosse un prodotto della “natura”, ovvero della sua eredità biologica e del suo corredo genetico, o se al contrario fosse la risultante della sua “cultura”, vale a dire dei fattori esterni ambientali che si trovava ad affrontare nel corso della sua vita.

Oggi, dopo un dibattito di oltre cent’anni, tale distinzione appare sempre più sfumata e la risposta a questa domanda sempre più complessa. Innanzitutto, si è scoperto che tratti completamente genetici o dovuti all’ambiente sono casi rari. In secondo luogo, i più recenti studi genetici hanno portato l’attenzione piuttosto sull’interrelazione fra genetica e ambiente.

Con la nascita dell’epigenetica negli anni ‘50 del secolo scorso, l’oggetto di studio è diventato come genetica e ambiente si influenzino reciprocamente. Si è visto infatti che l’espressione genica viene influenzata da elementi esterni: non è sufficiente avere o non avere un determinato gene perché si verifichi una data condizione; esistono meccanismi che ne regolano l’espressività, vale a dire se quel gene sarà o non sarà attivo, se darà origine a sintesi proteica o a reazioni biochimiche nel nostro organismo.

In origine, l’epigenetica studiava le interazioni tra fattori genetici e sviluppo embriologico. Oggi si sa che i processi epigenetici non avvengono solo durante lo sviluppo dell’embrione, bensì interessano tutta la vita adulta.: l’epigenoma cambia non solo durante lo sviluppo dell’organismo, ma anche in risposta alle condizioni ambientali. Esempi di tali condizioni sono l’alimentazione, lo stile di vita, l’esposizione a sostanze tossiche o a farmaci. Tali fattori influenzano l’espressività genica e determinano la salute o la malattia dell’individuo.

Dal punto di vista psicologico, è stato dimostrato che anche la psicoterapia risulta un fattore ambientale in grado di modificare l’espressione genica e il benessere dell’individuo. Per spiegare ciò possiamo ricorrere al concetto di neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di modificare la propria struttura in risposta all’esperienza. Se in passato si riteneva che i neuroni fossero le cellule meno soggette al cambiamento nel corso della vita di un individuo, si è scoperto invece che esse sono in grado di produrre modifiche strutturali importanti. Il cervello è in grado di modificare la propria struttura, attraverso la continua creazione di reti neurali. Non a caso, la psicoterapia è stata definita una “droga epigenetica”, in grado di determinare un cambiamento biologico che si riflette su pensiero, sul comportamento e sull’interazione umana.